Abolire la carne dalla dieta può danneggiare la salute umana, in particolare di donne, bambini, anziani e popolazioni a basso reddito. È uno dei temi che emerge dalla “Dichiarazione di Dublino degli Scienziati sul Ruolo Sociale della Zootecnia”, un documento che raccoglie i lavori di un migliaio di esperti sul ruolo della carne nella società. L’esito del dibattito – svoltosi in un summit dell’ottobre 2022 – è stato raccolto e pubblicato dalla prestigiosa rivista Animal Frontiers. E presentato pochi giorni fa a Bruxelles durante un simposio per addetti ai lavori, politici e giornalisti, organizzato da Animal Task Force (ATF) e dall’Associazione belga per la scienza e la tecnologia della carne (BAMST).
Erano stati quasi 1.000 gli scienziati a sottoscrivere la “Dichiarazione di Dublino degli Scienziati sul Ruolo Sociale della Zootecnia”, un documento che sottolinea la funzione che svolge la carne della nostra società. Si tratta di un paper nato dalle discussioni sul ruolo critico della carne nella società in occasione del Summit internazionale dello scorso ottobre “Il ruolo sociale della carne: cosa dice la scienza”. Il documento è stato poi presentato ufficialmente lo scorso 12 aprile a Bruxelles in occasione del simposio “Il ruolo della carne nella società: presentazione della Dichiarazione di Dublino degli scienziati”, co-organizzato da Animal Task Force (ATF) e dall’Associazione belga per la scienza e la tecnologia della carne (BAMST). Tutti gli articoli dei firmatari della dichiarazione sono stati raccolti in una pubblicazione di alto rigore scientifico in quanto ha superato diverse valutazioni critiche di esperti e scienziati.
Ciò che è emerge dalla dichiarazione è in particolar modo la funzione sociale della carne, dell’allevamento e della zootecnia, in particolare nelle aree più povere del pianeta. «L’allevamento di bestiame fornisce i mezzi di sostentamento di circa una persona su sei nel pianeta» commenta Declan Troy, assistente direttore della ricerca al Teagasc (autorità semistatale della Repubblica d’Irlanda, responsabile dei servizi di ricerca e sviluppo, formazione e consulenza nel settore agroalimentare, ndr), che ha accolto con entusiasmo la pubblicazione: «L’allevamento fornisce cibo, nutrizione, reddito e altro ancora, a centinaia di milioni di persone ed è di una grande importanza culturale per molti. La pubblicazione mostra che l’implementazione di pratiche scientificamente valide in allevamento è la chiave per avere successo nelle sfide per la salute globale, il clima e lo sviluppo».
Alice Stanton, del Royal College of Surgeons in Irlanda rincara la dose: «L’abolizione della carne dalla dieta danneggia la salute umana. Le donne, i bambini, gli anziani e le popolazioni a basso reddito ne verrebbero particolarmente colpiti negativamente» ha dichiarato chiedendo che gli scienziati “contrari” alla carne forniscano prove a sostegno delle loro tesi. Un concetto ribadito anche da Adegbola Adesogan, direttore del Global Food Systems Institute dell’Università della Florida: «Le raccomandazioni che eliminano gli alimenti di origine animale dalle diete ignorano la loro importanza, in particolare il grande bisogno di questi alimenti nei popoli denutriti delle aree più povere del mondo».
Come ha spiegato Peer Ederer di Global Sciences, l’essere umano ha bisogno di 100 grammi di proteine al giorno: «Non stiamo facendo abbastanza per garantire alla popolazione globale questo fabbisogno. Non è sempre una questione di disponibilità, ma piuttosto di accessibilità e a questo proposito la tecnologia della carne basata sulle cellule non è la risposta – spiega l’esperto – poiché non sappiamo ancora se siamo biologicamente adattati per assimilarla in sicurezza. Dal punto di vista della specie umana, abbiamo bisogno di alimenti di origine animale per il nostro benessere, e abbiamo anche il dovere etico di fare buon uso degli animali. Sono necessarie molte più ricerche sull’efficienza di tali tecnologie ed è essenziale aumentare i finanziamenti».
Fonte: CarniSostenibili.it
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