4 Dicembre 2024, 9:55
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Due milioni di firme contro il cibo sintetico. Un report OMS suggerisce normative

di Annarita Cacciamani
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Avviata a fine 2022, la petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico ha raccolto oltre due milioni di firme. A luglio, durante il Villaggio Coldiretti a San Benedetto del Tronto, è stata ribadita la posizione netta dell’associazione: «I prodotti in laboratorio non vengano equiparati a cibo, ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico». Secondo un rapporto congiunto FAO-OMS, sono stati individuati 53 potenziali rischi per la salute correlati all’alimentazione. L’analisi è stata condotta da esperti con l’intento di evitare posizioni preconcette e, sebbene riconosca la necessità di aumentare la produzione alimentare per sostenere una popolazione mondiale in crescita, esprime alcune riserve.

Due milioni di firme per dire no al cibo sintetico. Questo era stato il risultato della mobilitazione della Coldiretti iniziata alla fine del 2022. Oggi la Coldiretti può dire di avere portato a casa il risultato con l’approvazione al Senato del disegno di legge che vieta la produzione e commercializzazione di cibo sintetico in Italia.

La posizione di Coldiretti – che rappresenta un numero enorme di allevatori e produttori di carne, formaggi ed altri prodotti – sul tema è sempre stata molto netta. La mobilitazione lanciata è stata portata avanti con decisione in tutti questi mesi e messa al centro dei tanti eventi promossi dall’associazione. Ultimo in ordine di tempo il Villaggio Coldiretti a San Benedetto del Tronto, nelle Marche, che a metà luglio ha visto oltre 200mila presenze.

La petizione era stata avviata per «fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy». Coldiretti, infatti, segnalava come «già nel corso del 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) e la Commissione Ue».

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In aprile la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) avevano pubblicato un documento per fare il punto sulle innovazioni nel campo dell’alimentazione, ovvero gli alimenti “cell-based”, letteralmente a base cellulare. L’obiettivo del rapporto (“Food safety aspects of cell-based food“) era di fornire una base scientifica, utile sia a stabilire quadri normativi chiari sia a garantire la sicurezza delle cosiddette “proteine alternative”. Secondo gli autori del report, dalle allergie ai tumori, sarebbero 53 i pericoli potenziali per la salute dei cibi prodotti in laboratorio.

Secondo Coldiretti «la verità che non viene pubblicizzata è che la carne da laboratorio non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato». Ma non c’è solo la bistecca in provetta: le stesse modalità sono in fase di studio anche per quanto riguarda latte, formaggi e pesce.

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«Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione» aveva affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nell’annunciare la battaglia di Coldiretti contro “il cibo Frankenstein”.

Dopo l’approvazione del Disegno di Legge sul cibo sintetico da parte del Senato, Prandini sottolinea che l’Italia, leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente: «La diffusa diffidenza conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte a una nuova tecnologia con molte incognite, che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Proprio per questo – conclude Prandini – la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo, ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico».

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Ettore Prandini, presidente Coldiretti

Secondo altri osservatori, nel report FAO-OMS non si parla di rischi specifici riguardanti la sola produzione e consumazioni di carne sintetica ma, alla luce di potenziali pericoli già presenti nella produzione di alimenti convenzionali, vengono fornite alcune indicazioni ad hoc sulle buone pratiche di produzione da seguire e sui controlli da attuare per poter avere un prodotto sicuro. Di fatto, è un primo intervento per individuare delle corrette linee guida sulla produzione e controlli di questi alimenti tali da garantire la sicurezza dei consumatori.

 

Annarita Cacciamani

Photo: iStock / nevodka

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