Continua il dibattito sulla sostenibilità ambientale della carne prodotta in laboratorio. Mentre i presidenti delle associazioni hanno definito il cibo sintetico come un business controllato da pochi ma molto influenti nel mondo, un’indagine evidenzia che solo il 18% degli italiani è disposto a provarla. Secondo la FAO, l’impatto ambientale della carne sintetica sarebbe maggiore rispetto all’allevamento naturale.
La mobilitazione della Coldiretti per fermare la produzione e la commercializzazione di cibi sintetici o “a base cellulare” ha raccolto oltre mezzo milione di firme. La proposta ha ricevuto il sostegno di numerosi politici, parlamentari, sindaci, associazioni, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, imprenditori e vescovi, tra cui anche i presidenti delle Regioni e della Provincia Autonoma di Trento. La necessità di fermare la produzione di questi cibi è dimostrata dal fatto che quasi tre italiani su quattro sono contrari al loro consumo, come dimostra una recente indagine Tecnè, con il 72% dei cittadini che non mangerebbe la carne sintetica e solo il 18% sarebbe disposto a provarla e il 10% che non sa e non ha le informazioni necessarie.
Carne sintetica: la questione della sostenibilità ambientale non è risolta
Tuttavia, la questione sulla sostenibilità ambientale della carne sintetica prodotta in laboratorio non è ancora risolta. Nonostante alcuni autori di riviste scientifiche affermino la maggiore sostenibilità della carne sintetica rispetto a quella naturale, il professor Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili, mette in dubbio queste conclusioni e fa alcuni calcoli. Secondo uno studio del 2022 di un gruppo di scienziati di Wageningen, la produzione di carne sintetica ha un impatto climalterante che varia da 2,5 kg di CO2e e il valore attendibile varia da 13,6 kg di CO2e per kg di prodotto sintetico, a seconda dell’uso di energie rinnovabili o convenzionali. Secondo le stime FAO da oggi al 2030 il consumo di carne aumenterà di circa il 14%. Collegando i due dati, se la domanda aggiuntiva di carne dovesse essere soddisfatta esclusivamente con la produzione di carne sintetica, i circa 150mila bireattori necessari produrrebbero un impatto climalterante (oltre 352 milioni di tonnellate di CO2e) superiore al doppio di quello che si avrebbe con l’allevamento naturale di animali zootecnici.
“No al cibo sintetico”: Alleanza Coldiretti e Filiera Italia con Assica, Assolatte, Unaitalia e Assocarni
Un tema, quello della sostenibilità ambientale della carne sintetica prodotta in laboratorio, che fa giustamente discutere e che necessita di ulteriori approfondimenti e valutazioni. In questi giorni Coldiretti e Filiera Italia si sono unite ad Assica, Assolatte, Unaitalia e Assocarni per formare la prima alleanza contro l’assalto del cibo sintetico alle tavole mondiali e ai comparti strategici del Made in Italy agroalimentare. Durante il convegno “I rischi del cibo sintetico” tenutosi a Tuttofood, i presidenti delle associazioni hanno definito il cibo sintetico come un business controllato da pochi ma molto influenti nel mondo, il cui impatto potrebbe mettere a rischio la democrazia economica e alimentare. «Ci troviamo in un paradosso: da un lato, ci viene chiesto di investire per rendere le nostre produzioni lattiero-casearie ancor più attente all’ambiente, dall’altro investitori senza scrupoli, col pretesto della tutela dell’ambiente, cercano di promuovere un prodotto che tutto è fuorché naturale, ed è quindi nemico dell’ambiente», ha dichiarato Paolo Zanetti, presidente di Assolatte. «Il governo italiano, in base ai più elementari principi di precauzione, ha fatto una scelta importante nel bloccare la produzione di cibo sintetico nel nostro Paese», ha sottolineato Serafino Cremonini, presidente di Assocarni. Anche il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha partecipato all’evento, affermando che «stiamo difendendo il futuro dei nostri figli e del mondo».
Photo cover: iStock / Gorodenkoff
Fonti:
Fao.org
Italiaatavola.net
CarniSostenibili.it