Come cambiano i consumi di carne in Italia? Secondo uno studio Bord Bia, il 34% dei consumatori italiani la considera un alimento che migliora il benessere. Mentre cresce l’attenzione alle qualità dei tagli e ai metodi di allevamenti.
Una recente indagine del CREA, pubblicata su “Nutrients“, rivela che oltre la metà degli italiani (51%) ha ridotto il consumo di carne per motivi ambientali. Interessante notare che, nonostante la tendenza alla riduzione, il 27% degli intervistati non ha modificato e non intende modificare le proprie abitudini di consumo di carne per questioni ecologiche. Questo dato emerge da un campione di 815 adulti, che esprimono una generale apertura al cambiamento, pur mostrando resistenza a misure come la tassazione di prodotti non sostenibili.
Se da un lato gli italiani riducono il consumo di carne, dall’altro la tendenza è puntare sulla qualità. È questa la stella cometa che guida gli italiani, non solo nelle scelte delle carni da acquistare ma anche in quelle da gustare al ristorante. Uno studio condotto da Bord Bia, ente governativo irlandese dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti alimentari del Paese, ha messo in luce questa tendenza. Emergono due aspetti: gli italiani tendono a comprare meno carne, ma con un investimento maggiore per assicurarsi un prodotto di alta qualità.
Pur continuando a prediligere la carne nostrana, gli italiani mostrano un crescente apprezzamento, anno dopo anno, per la carne di manzo di origine irlandese, che ora è acquistata regolarmente dal 17% dei consumatori italiani. La scelta è influenzata principalmente dalla sostenibilità e dal metodo di allevamento ‘grass fed’, ovvero con un’alimentazione basata sull’erba senza uso di antibiotici, ormoni e OGM. L’interesse verso la carne di manzo irlandese allevata con questo metodo è aumentato, passando dal 59% nel 2021 al 61% nel 2022. Gli allevamenti ‘grass fed’ sono in crescita anche in Italia, un trend che riflette la ricerca della qualità e della salubrità delle carni.
Un altro dato interessante emerso dalla ricerca è il ruolo ‘sociologico’ della carne: il 31% degli intervistati la compra per occasioni di condivisione, come una cena tra amici o per festeggiare un’occasione importante, mentre il 34% dei consumatori la considera un alimento che contribuisce al benessere.
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Lo stesso trend si osserva anche nei ristoranti, dove si ricerca sempre più carne di elevata qualità, proveniente da allevamenti a km zero e filiere controllate. Di conseguenza, il calo quantitativo di carne consumata è compensato da un’attenzione crescente alla qualità di ciò che si mangia.
Cosa accade nel mondo?
Sul fronte internazionale, uno studio di Innova Market Insights, in vista di Anuga Meat, una delle più importanti fiere dedicate al mondo delle carni che si tiene in Germania, rivela che l’industria della carne a livello mondiale registra un tasso di crescita medio annuo del 5,4% per i nuovi prodotti, segno di un mercato dinamico e in evoluzione, caratterizzato da un cambiamento delle preferenze dei consumatori. In termini di nuovi mercati, il Vietnam è quello in maggiore sviluppo, con un tasso di crescita del 51% per l’introduzione di nuovi prodotti, seguito dalla Corea del Sud con un tasso del 38% nello stesso periodo.
Vietnam e Corea del Sud mostrano uno sviluppo eccezionale, mentre tra luglio 2021 e giugno 2022, Regno Unito, Cina e Germania registrano l’attività più intensa in termini di nuovi inserimenti di prodotto. Questi tre paesi mostrano rispettivamente una penetrazione di mercato del 19%, 14% e 13%, indicando una forte presenza e un marcato interesse dei consumatori verso i prodotti a base di carne.
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